E’ tempo di togliersi le scarpe. E far uscire i sassolini che da alcune settimane davano tantissimo fastidio. Cos� fa Rafa Benitez al termine di Inter-Mazembe 3-0, finale mondiale che ha regalato all’Inter la terza Intercontinentale: “Abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Non abbiamo avuto timore, abbiamo parlato e messo in atto quello che dovevamo: tanto possesso palla perch� le gambe non� sono ancora al cento per cento e poi colpire in contropiede. Questa sera non era facile decidere la formazione da mandare in campo, dovevo fare una scelta e ho optato per Zanetti a copertura di Maicon, ritenendo Stankovic un giocatore importante a gara in corso“.
Poi, la dedica e una freccia al veleno verso chi ha dubitato della sua professionalit�: “Dedico questo successo alla mia famiglia in Inghilterra e in Spagna – continua Benitez -, allo staff, ai calciatori, a tutti coloro che hanno lavorato con me, alla societ�, ai tifosi dell’Inter e un po’ anche a quelli del Liverpool che avrebbero meritato di vincere questo trofeo. L’abbiamo conquistato oggi e loro tifavano per l’Inter“.
Infine, altro sassolino pi� grosso, rivolto alla societ� rea di non aver operato sul mercato, mentre Moratti si gode la vittoria Mondiale: “Ho parlato con il presidente a inizio stagione - prosegue l’allenatore nerazzurro – e ne parlemo ancora, ma oggi � un giorno per festeggiare. Io sono stato educato, ho fatto il mio lavoro e ho preso le critiche. Ma ora serve supporto e per supporto intendo per prima cosa il mercato. Adesso dico che se l’Inter vuole Rafa Benitez come allenatore deve avere un supporto al cento per cento, il controllo di tutto quello che succede. In questo modo, poi, non ci sar� un solo colpevole. Ne riparleremo, ma credo che la squadra abbia bisogno di quattro calciatori per vincere oggi e nel futuro. A questo punto, supporto al cento per cento, oppure si va avanti con un colpevole. Per tutte le altre soluzioni, c’� il mio procuratore che � disposto a parlare con la societ�. Il colpevole, per�, non pu� essere solo l’allenatore, altrimenti non c’� un progetto“.
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